Ecco la proposta del dott. Felice Spaccavento che sarà esaminata questo pomeriggio. E’ lui stesso a presentarla.
In occasione della strage ferroviaria del 12 luglio ho pensato che la gente è estremamente generosa quando accade una tragedia: accorrono in tanti, donano il meglio di sè, regalano, pubblicano, mettono foto di condivisione sui profili… Se poi si parla di condividere un Ospedale migliore, un unico Ospedale che possa servire un territorio, allora cominciano le paure, le perplessità campanilistiche. Perché?
Ho pensato che l’ipotesi di costruire una nuova Struttura Ospedaliera, comunque non considerata dalla Regione in quanto non supportata da finanziamenti, sia lontana nel tempo, sia lontana dall’idea di evitare gli sprechi e soprattutto non impedisce l’imminente cambiamento che il piano di riordino ha già definito per gli Ospedali di Molfetta, Terlizzi e Corato (quello di Ruvo è già smantellato da decenni, ndr). Avremo la chiusura di Terlizzi, la perdita del reparto di Urologia, Cardiologia, Nefrologia di Molfetta e dei reparti di Cardiologia, Ginecologia, Neonatologia e Pediatria di Corato.
E allora perché non pensare all’idea cristiana (e non solo tale) della condivisione, una delle prime parole che insegniamo (o dovremmo) ai nostri figli? Perché non puntare su un Ospedale già esistente tra quelli di Terlizzi, Molfetta o Corato e renderlo completo di tutte queste branche di eccellenza, con in più una unità di Rianimazione, mai avuta in questo territorio, necessaria affinchè si mantengano reparti di Ginecologia e Neonatologia? Da un depotenziamento di due ospedali, non più sostenibili, ne avremmo uno estremamente potenziato, a servizio di una popolazione di circa 200.000 cittadini. É una ipotesi fattibile!
Tutta questa convergenza di eccellenze porterebbe ad ottimi risultati con aumento della professionalità, una meno complessa gestione del malato critico e una migliore organizzazione della risposta sanitaria. Non solo. Permetterebbe alle strutture riconvertite di essere sedi di Poliambulatori, Hospices, lungodegenza, unità domiciliari, che permetterebbero di abbattere le lunghe liste di attesa e farebbero vera concorrenza alle strutture private. Non può esistere un Ospedale unico senza strutture territoriali forti.
Il futuro è questo!
Dobbiamo essere protagonisti del cambiamento della nostra situazione, dobbiamo partecipare a questo processo, dobbiamo sapere osare per impedire che il nostro destino su un argomento così importante, qual è quello della Salute, venga deciso da altri. Dobbiamo collaborare tutti per educare il cittadino a comprendere che è meglio avere un Ospedale un po’ più lontano, ma funzionale e pieno di reparti utili, che non averne uno vicino casa con due reparti che per ragione di cose non potranno funzionare e daranno poche risposte.
Questa oramai non è più un’idea di un folle Medico, che ha deciso di metterci la faccia, o di migliaia di cittadini che indipendentemente dal loro credo politico, in maniera trasversale e indipendente, hanno aderito ad un’idea. è un progetto che vede l’adesione di oltre 180 operatori sanitari. È nata una pagina facebook “Progetto Ospedale unico primo Livello”, un sito internet http://primo livello.mozzello.it, per informare chiunque lo chieda, singoli cittadini o associazioni, per far conoscere la nostra idea, confrontarci e creare una risposta di Sanità partecipata… Sarà dura!
Io non sono abituato a chiedere nulla per me, non mi piace e mi imbarazza fare richieste, ma per il benessere di una comunità, di un territorio, sono disposto a scalare le montagne…quando lo fai, hai paura, sei scettico, ti tremano le gambe, vuoi arrenderti; ma quando arrivi in vetta lo spettacolo è sorprendente ed estasiante!
Muoviamoci e costruiamo il nostro futuro sanitario!
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