Cronaca

TROVANO LA PROPRIA AUTO DANNEGGIATA DA MORSI DI ANIMALI NON IDENTIFICATI: FERIE NATALIZIE PROLUNGATE E “SALATE” PER DUE CONIUGI DI TORINO

«Circa 3.000,00 euro supplementari è costato trascorrere le festività natalizie a Ruvo di Puglia». Chi parla è un lettore che vive e lavora a Torino da anni e ha origini ruvesi.

Alle 22.30 del 26 dicembre scorso, parcheggia l’auto nei pressi del bar Modigliani, a Ruvo di Puglia. Il giorno dopo, nota segni di morsicature d’animali sulla parte anteriore e posteriore dell’auto con conseguente rottura dei cavi elettrici. Non lo consola il fatto di non essere l’unica vittima di questo danneggiamento, secondo quanto gli raccontano i passanti. Pare, infatti, che si siano verificati altri episodi nella zona, frequentata da randagi, di cui tre di grossa stazza.

Sporge denuncia ai Vigili urbani e chiede di poter parlare con il Comandante, visto che è giorno di ricevimento, ma gli viene risposto che non è possibile. Nel frattempo, i guai aumentano in quanto le sue ferie natalizie diventano forzate, con alcuni giorni di permesso obbligatorio, presi per sistemare la vettura e ripartire.

«La mia auto è assicurata contro gli atti vandalici, ma non per il danneggiamento da terzi». Si rivolge al sindaco il quale dichiara che, purtroppo, si tratta di eventi che accadono in ogni città dove è diffuso il randagismo ma assicura che presto sarà protocollata un’istanza all’Asl. Una giustificazione che non piace ai due coniugi i quali dichiarano che «amiamo Ruvo di Puglia e vorremmo che ritornasse ai suoi passati splendori. E’ toccato a noi che conosciamo questa realtà; fosse toccato a qualcun altro, avrebbe scritto pagine intere contro i ruvesi».

Fatto sta che i danni alla carrozzeria e all’impianto elettrico sono dimostrabili e hanno avuto un costo che si aggira attorno ai 3.000,00 euro.

Ora, in base alla legge regionale 3 aprile 1995 n. 12, successivamente modificata con legge regionale n. 4/2010 e n. 26/06, spetta ai servizi veterinari delle ASL il recupero dei cani randagi.

Il Comune ha, invece, le funzioni accessorie e residuali di costruire nuovi rifugi, di risanare le strutture già esistenti, di garantire il ricovero, la custodia ed il mantenimento degli animali sotto il presidio veterinario della ASL, per assicurare il corretto trattamento igienico-sanitario degli animali.

Si consideri che, nelle zone limitrofe al bar Modigliani, dove insiste il Parco “Pietro Mennea”, si verificano spesso episodi di danni alle cose e alle persone causati da randagi. A settembre scorso, un gruppo di cani aggredì una ragazzina, nei pressi della scuola materna “C. Collodi”: fu salvata, prontamente, da un passante.

Sempre nei pressi del Bar Modigliani, un ruvese su bicicletta fu aggredito da un randagio e gli fu riconosciuta un’invalidità del 7%. La causa indetta contro il Comune di Ruvo di Puglia è durata circa dieci mesi ed è costata, alle nostre casse comunali, circa 53.000,00 euro.

E’ necessario sottolineare che la maggior parte dei cani del Comune ha un’indole docile: è accudita e nutrita da associazioni animaliste e singoli cittadini (ricordiamo che nel Regolamento comunale del 2013 “Regolamento per la tutela del benessere degli animali e della convivenza pacifica coi cittadini” è prevista la figura del “cane collettivo” o “cane di quartiere” le cui cure necessitano della presenza di un coordinatore), ma è anche vero che alcuni esemplari manifestano segni di aggressività a carico di persone e di cose.

In quest’ultimo caso, i danni sono a carico del Comune e della Asl dal momento che nei loro confronti si applica la presunzione di responsabilità per danni cagionati da animali randagi. Una responsabilità che graverebbe anche sul Comune se non effettuasse azioni di sollecito più incisive e frequenti di recupero dei cani randagi.

Rimettere Ruvo di Puglia a nuovo, quindi: un obiettivo a cui tutti, cittadini e istituzioni, dovrebbero tendere. Collaborando.

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