Cultura

“Slow#donnatuttoèpossibile”, l’inesorabile dolcezza che sconfigge la violenza

“La goccia d’acqua erode la roccia”, costantemente, delicatamente, lentamente.

Un processo lento e potente, al contempo, che non si può fermare e che modella la materia apparentemente dura. Come lento è il processo di educazione alla non violenza di genere attraverso incisive azioni politiche, attraverso la bellezza dell’Arte, attraverso il potere dell’informazione e la potenza della formazione.

Un contributo a tale processo intende darlo “Slow#donnatuttoèpossibile”, acronimo di Sweet Low Organization Woman, l’evento che si è inaugurato ieri alla Pinacoteca Comunale di Arte Contemporanea di Ruvo di Puglia e che sino al 1° aprile punterà il focus sulla violenza alle donne e sulla formazione delle nuove generazioni  al rispetto di genere. Come la goccia d’acqua tenta di incidere sulle false credenze “di genere” radicate.

L’evento è organizzato da Clitorosso Art Gallery, dall’Associazione AEDE, dal Lions Club “Talos Ruvo” e dall’associazione “Sviluppo Sostenibile”, col patrocinio del Comune di Ruvo di  Puglia, Assessorato alla Cultura e Istruzione e Assessorato alle Politiche Sociali in collaborazione con l’ITET “ P.A.M. Tannoia” e il CIOFS/FP di Ruvo di Puglia.

La serata è stata inaugurata dalle prolusioni degli organizzatori nella Sala Conferenze della Pinacoteca e dal convegno “L’Arte contemporanea e l’impegno dell’artista”, sul tema della Bellezza, moderato dalla professoressa Rita Maria Rossini dell’Associazione AEDE.

La professoressa Rossini ha ricordato quando, nella Galleria Castello di Ruvo di Puglia, nel 1977, si svolse una mostra pittorica e un convegno dedicato a “La donna nella realtà meridionale”. Sono passati quarant’anni, le donne si sono emancipate ma si devono fare i conti con la violenza di genere. L’AEDE, in quanto associazione di insegnanti, punta sulla qualità della formazione dei giovani, che sono allettati da modelli fuorvianti proposti dai mezzi di comunicazione, soprattutto visivi, e rischiano di essere privati del senso critico, a causa anche della banalizzazione dei rapporti e delle informazioni veicolate dai social network. La professoressa ha anche ricordato l’esperienza del “Drive In”, circolo cultural-cinematografico che era – e spera che un giorno possa ritornare a esserlo –  interessante contenitore culturale.

La dottoressa Marta Mazzone, Presidentessa del  Lions Club Ruvo di Puglia “Talos”, ha parlato del grande impegno del Lions Club International, la più grande associazione umanitaria al mondo, fondata nel 1917 e presente in duecento Paesi. La preoccupazione di Mazzone è quella di implementare la presenza femminile nei Lions, soprattutto perché hanno un settore dedicato alle Pari Opportunità, a dimostrazione della sensibilità dell’associazione su questi temi. E conclude con questo pensiero di Rita Levi Montalcini: «Se istruisci un bambino, avrai un uomo istruito. Se istruisci una bambina, avrai una donna, una famiglia, una società istruita».

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“Il Male” di Daniela Raffaele “Clitorosso”

Le fa eco l’avvocatessa Tecla Sivo, officer distrettuale e coordinatrice della prima circoscrizione del Comitato “Sviluppo e partecipazione femminile Pari Opportunità” dei Lions Club International distretto 108/AB. «Per le donne tutto è possibile. Attraverso la cultura, l’Arte, il Bello, la Musica, l’informazione, con la consapevolezza che ci sono leggi a livello nazionale e internazionale, come la Convenzione di Istanbul, dedicata a  prevenire e combattere la violenza alle donne, a proteggerle e impedire impunità dei colpevoli) dell’11 maggio 2011 sottoscritta da trentadue Stati e ratificata dall’Italia nel 2013. Esistono centri antiviolenza e case rifugio per donne che si sono ribellate e non sanno dove andare. Molte donne hanno avuto la forza di ribellarsi e di intraprendere un percorso di rinascita».

Percorso di rinascita che intraprendono, simbolicamente, le dodici donne ritratte in trentasei scatti dal fotografo Pio Meledandri. Foto intense che vanno a comporre la mostra “Signa, storie di donne”. Sono dodici modelle, di diversa età, cultura e professione. Ogni donna è ritratta in tre foto con sfondi di colori simbolicamente differenti. Essi scandiscono tre momenti: il “prima”, il “durante”, il “dopo” violenza. Il “prima” ritrae la donna su uno sfondo azzurro cupo: sono le nubi della violenza che si addensano. Il secondo ritratto riporta i segni devastanti operati dalla furia, dalla follia, dalla ferocia sul viso della donna. Il pallore terreo, il sangue, il viola dei lividi contrastano col blu dello scenario. Lo sfondo della terza foto è chiaro: i volti sono distesi, raggianti,  sereni ma, in qualcuno si legge una certa sospensione, un equilibrio raggiunto ma ancora fragile. «Una mia amica mi ha confidato che, durante il trucco, si è identificata nella donna vittima di violenza». La finzione del trucco, della mise en scène che diventa, quindi, realtà.  Quando ha esposto per la prima volta a Bari le foto, si era verificato il gravissimo episodio di violenza sulla ragazza siciliana, cosparsa di benzina dal suo ex fidanzato e data alle fiamme. Lei si è salvata ma quello che colpisce è stato il suo tentativo di giustificare il gesto, dettato, secondo lei, da troppo amore.  Meledandri conclude, riprendendo una frase de “I fratelli Karamazov”: «La Bellezza salverà il mondo quando sarà condivisa dall’amore». Quello vero.

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Alcuni scatti da “Signa,storie di donne” di Pio Meledandri

Monica Filograno, assessora alla Cultura e Pubblica Istruzione, di concerto con l’Assessora alle Politiche Sociali, Monica Montaruli, ha incoraggiato questa iniziativa come tutte le altre che sono state organizzate e che si realizzeranno, dedicate alla violenza sulle donne, tema dalle molteplici sfaccettature. Sono eventi importanti, come tutte le manifestazioni a livello nazionale e internazionale, ma devono anche tradursi in buone pratiche quotidiane e politiche. Da realizzarsi in rete. A livello locale, l’Amministrazione si sta impegnando: «Il processo storico di contrasto alla violenza è “slow”, ma mi auguro che sia “speed” l’uscita dalla violenza di genere. Noi donne, ora, siamo emancipate e dobbiamo essere fiere di questo».

E’ la volta dell’artista Daniela Raffaele, una delle creatrici dell’evento, per la quale il titolo implica che chi va piano va sano e va lontano, per cui il processo di cambiamento della mentalità di genere, il contrasto alla violenza sono processi lenti ma inesorabili che devono coinvolgere soprattutto le giovani generazioni. Un bambino educato al rispetto non sarà mai un uomo violento. Lei crede molto nella grande forza della comunicazione e l’Arte, la sua Arte, è un potente veicolo di messaggi sociali. La sua mostra è intitolata “Slow” ed è composta da tre tele: “Il Male” (2004), “Conflitto d’interesse” (2009) ed “Espiare” (2013). Il Male, i conflitti e l’espiazione, per Daniela Raffaele, sono processi lenti, graduali e al contempo potenti. I materiali e i colori vivaci e impetuosi, come in un ossimoro, sono adoperati audacemente per rappresentare la lentezza nelle sue sfumature ed espressioni.

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Momenti di musica

La storica dell’arte Alessandra Mazziotta conferma le parole di Daniela Raffaele e invita a educare i giovani al gusto del Bello, dell’Arte, soprattutto visiva perché le parole passano ma le immagini restano e sono un potente strumento  di riflessione.

La serata si conclude con il concerto dei giovani allievi della Scuola di Musica “L’Amico Pianoforte”, sotto la guida delle Maestre Milena Roselli e Tirsia Ciliberti.

In fondo, sono loro, le giovani generazioni,  destinatarie di questi messaggi di Bellezza e Non Violenza.

I prossimi appuntamenti di “Slow#donnatuttoèpossibile” sono con i convegni “Quando le donne danzano…..con la vita ” per domenica 26 marzo,  e “La violenza di genere nel mondo antico” che si svolgerà sabato 1°aprile. Entrambi nella Sala Conferenze della Pinacoteca Comunale.

Le mostre sono visitabili dal 19 marzo al 1° Aprile 2017,  dal martedì sino alla domenica, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 20.00. Chiuso il lunedì.

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