Cultura

Salva la tua lingua locale, premiata l’opera “Tene u rìzze la lìune” del ruvese Pietro Stragapede tra le 600 in concorso.

Le immagini, la musica popolare, le prose, le poesie toccanti – pur nella diversità dei vari dialetti, in uno scenario unico nel suo importante e particolare genere: la sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma – hanno animato la cerimonia di premiazione del Concorso “Salva la tua Lingua Locale” giunto alla V edizione.

Una ritrovata e auspicata fratellanza dove ognuno era intento fare la sua parte dedicando un apporto culturale, una testimonianza concreta dei vari dialetti volti a tutelare e valorizzare il proprio patrimonio immateriale.

Il Concorso è promosso e divulgato in tutta la penisola dall’Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) e Legautonomie Lazio, in collaborazione con il Centro di documentazione per la poesia dialettale “Vincenzo Scarpellino”, il Centro Internazionale Eugenio Montale, l’ONG Ècole Instrument de Paix Italia.

In una sala gremita come non mai, è intervenuto tra le numerose cariche istituzionali presenti, il Presidente Nazionale Unpli, Antonino La Spina, sottolineando il ruolo delle Pro Loco e l’importanza del dialetto; ha affermato che “Le lingue locali ed i dialetti rappresentano un patrimonio culturale che accomuna tutti: salvarli significa tutelare l’identità culturale del nostro Paese, in fondo sono il ‘Dna’ che ci lega al nostro territorio”.

Sono poi interventi i membri della giuria composta da studiosi, esperti linguisti e poeti di riconosciuta levatura che hanno elogiato il lavoro delle Pro Loco e hanno messo in evidenza come i dialetti e le identità territoriali sono dimostrazioni di rilevanza nazionale dall’alto valore culturale.

Per la quinta edizione del Premio si sono registrati oltre 300 partecipanti complessivi, con un aumento del 35% rispetto allo scorso anno; le cui opere risultavano divise per le seguenti sezioni previste dal regolamento: poesia edita ed inedita, prosa edita ed inedita, musica.

Le opere degli autori pugliesi sono state ben 40, per questo la Puglia è risultata la regione più rappresentata in concorso, seguita dalla Sicilia (38), dal Lazio (33) e dalla Lombardia (28).

Il premio “Salva la tua lingua locale” ha offerto ancora una volta uno spaccato di storia e tradizioni di ciascun angolo d’Italia.

Per gli organizzatori il significativo incremento di adesioni al Premio testimonia la vitalità dei dialetti e delle lingue locali: non un nostalgico retaggio del passato, coltivato da pochi appassionati, ma lingue vive, che ancora oggi costituiscono un importante veicolo delle espressioni culturali più autentiche delle comunità locali.

Il Presidente Lauciello ha dichiarato che “il premio rappresenta il fiore all’occhiello delle molteplici attività avviate dalle Pro Loco per la salvaguardia del patrimonio culturale, materiale e immateriale; sottolineando che – i dialetti e le lingue locali sono il cuore pulsante identitario dei singoli territori. La consistente crescita dei partecipanti è un segnale che indica il successo dell’iniziativa mossa nell’alveo della valorizzazione dei saperi locali”.

Fra le opere premiate e alle quali è stata conferita una menzione speciale si segnala quella del ruvese Pietro Stragapede, maestro per quarant’anni presso la scuola primaria “Giovanni Bovio” di Ruvo di Puglia, ora in pensione. La sua attività di formatore continua in qualità di referente presso la stessa scuola per il dialetto, ha composto numerose drammatizzazioni in vernacolo per bambini e per adulti nonché raccolte di poesie.

L’opera da lui stessa curata dal titolo “Tène u rìzze la lìune” (Ha un alone bianco la luna), CSL Pegasus Edizioni 2016, una pregevole raccolta di poesie in vernacolo ruvese, è risultata vincitrice nella sezione A “Poesia edita”.

Alla cerimonia di premiazione insieme al vincitore hanno preso parte il Presidente Regionale Unpli Puglia, Rocco Lauciello; la locale Amministrazione Comunale rappresentata dall’Assessora alla Cultura, Monica Filograno e la volontaria del S.C.N., Teresa Fiore.

Parlare di dialetti e lingue locali all’inizio del terzo millennio, ed in fase di piena globalizzazione, con l’avvento di internet e dalla moltitudine di linguaggi è veramente una grande sfida che l’Unpli ha raccolto a piene mani con elevato impegno e grande motivazione.

Il dialetto è incontro con le persone anziane depositarie delle nostre tradizioni, ricordo, memoria ed in quanto tale un segno indelebile, una trait d’union, con le nostre radici saldamente ancorate al territorio ed alle tante declinazioni locali.

Antonello Olivieri

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