Attualità

RUVO CON “MEZZA PAGNOTTA” È TRA LE “IDENTITÀ GOLOSE” A MILANO

Archiviata l’esperienza “Gambero Rosso“, è tempo per “Mezza Pagnotta” di far tappa a Milano.

I protagonisti di questa storia commestibile? Gente di terra nostra, Francesco e Vincenzo Montaruli, i patron di un piccolo ristorante in pietra abbracciato tra le torri aragonesi (“Mezza Pagnotta“, appunto), due giovani fratelli che in cucina amano definirsi “autori”.

E che ci fa la coppia di chef ruvesi nella città del Duomo?
Fieri di aver scoperto, anzi meglio riscoperto, non l’America di Colombo ma la sottostimata Signora Murgia e i suoi preziosi tesori, i nostri orgogli ruvesi bollono nel ricco pentolone della 14sima edizione di “Identità Golose” (un prestigioso congresso di alta cucina), facendosi portabandiera di un un tripudio di colori, sapori e profumi, ainoi, finiti in soffitta in un vecchio baule.

La felice intuizione dei fratelli di mezza pagnotta sta proprio in questo, nell’aver coraggiosamente dissotterrato palati ormai fuori moda e nell’averli riportati come eroi del passato trionfanti in tavola.

E allora zappa alla mano, come veri pionieri di un territorio ancora tutto da conquistare, raccolgono, tagliano, scavano col muso sottoterra quel che la generosa natura spontaneamente regala.
E lì, su quelle murge desolate che la squadra di mezza pagnotta si riunisce al completo: loro, i due fratelli, gemelli nello stile di vita, e i “patriarchi”, Ciccillo e Franchino (Francesco Gargano e Francesco Di Terlizzi), le bussole di quella terra brulla, i cultori di ogni filo d’erba che con riverenza silenziosa contempla il cielo.

La scelta audace, di Malpelo e degli altri, di una cucina “etnobotanica” che si affida, non alle appetibili offerte sullo scaffale di un supermercato, ma ai ritmi stagionali e meravigliosi della natura, piace. Piace assai. Piace a tutti. Piace e convince soprattutto lui, Paolo Marchi, la geniale mente di questo contenitore di alta cucina eh… ecco, quel colpo di telefono inaspettato arriva e ti si gonfia il petto d’orgoglio.
La storia culinaria ruvese, semplice, senza tante pretese, genuina è servita nel piatto di un evento di settore dal respiro internazionale che in soli tre giorni porta in cattedra 120 ristoratori di tutto il bel Paese e un pubblico attento di 1200 persone tra cuochi, giornalisti e manager dell’industria alimentare.
Due, solo due gli ambasciatori della Puglia. Che onore per Ruvo!

Macché cime di rapa e cime di rapa! Viste e riviste, assaggiate e strassaggiate! Mezza Pagnotta a Identità golose, con il cece rosso e le cim’amamaridde (sorellastra della rapa), impiatta le nostre “identità naturali” e fa masticare con gusto la Puglia.
Nessuna gara, nessun premio. Per noi, che in quel che facciamo ci mettiamo davvero il cuore, solo l’appagante riconoscimento di aver rappresentato dignitosamente la nostra terra“. Queste le parole traboccanti di orgoglio del “fattore umano” Mezza Pagnotta, senza le cui mani preziose e il cui ingegno nulla sarebbe possibile!

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