Cultura

Mare di settembre e mare “ruvese”: premi e nuove opere per Maria Pia Romano

Sarà pubblicato nell’edizione 2018 dell’e-book Radio1 Plot Machine (ERI Edizioni), “Settembre a Gallipoli”, il racconto inedito con cui Maria Pia Romano, scrittrice salentina e, per amore, ruvese d’adozione, ha vinto, con 414 preferenze, la “Gara di racconti” settimanale di Radio 1 Plot Machine, la trasmissione radiofonica dedicata ai libri, alla scrittura e ai racconti, in onda ogni lunedì su Radio 1 e condotto da Vito Cioce e Daniela Mecenate.

Soddisfazioni anche per il suo “letterato contendente”. “Il mare e la neve” di Andrea Masi, che ha ottenuto 260 preferenze, entra nell’elenco dei racconti che saranno valutati da una giuria di esperti che ne ripescherà nove per tutta la durata del concorso.

Il racconto, di 1500 battute, doveva avere come tema “Il mare”, tanto amato dalla Romano.

«Ringrazio i tantissimi amici che si sono attivati per esprimere il loro apprezzamento sulla pagina Facebook del programma radiofonico: ogni like è stato prezioso! – ha commentato la scrittrice – Al di là del bel risultato, che è una vittoria di tutto il Salento, sono felice e onorata della stima dimostrata nei confronti delle mie pagine».

Pagine che il pubblico apprezza sin dagli esordi della scrittrice salentina, ardente d’amore per il mare del suo Salento, protagonista dei suoi romanzi “Onde di Follia” e “L’anello inutile” (Besa Editore); “La cura dell’attesa” (Lupo Editore); “Dimmi a che serve restare” (Il Grillo Editore).

Ma il mare ritorna, sia pure in una dimensione favolistica e immaginifica, nel racconto “La favola del paese che si era inventato il mare”, ossia Ruvo di Puglia, città dagli abitanti terrigni e ferrigni, che aspira a (ri)conquistare una libera leggerezza, sognando il mare, dalla notte dei tempi lo spazio che gli uomini hanno attraversato per fare nuove scoperte, per ampliare il proprio spazio e nutrire il proprio ardimento e spirito.

Un racconto di sogni, velieri e “spirito ruvese”, una narrazione di cui vi proponiamo l’incipit: «C’era una volta un Paese senza Mare, dove si viveva in tranquillità, lasciando che fossero le stagioni e le processioni a scandire il ritmo dell’esistenza. Era un posto dove all’orgoglio pizzuto dei vecchi, si mischiava la rassegnazione inselvatichita dei giovani, che senza troppe parole, nei giorni di cielo limpido, osservavano il profilo del Gargano, lasciando che lo sguardo si perdesse lungo il vasto orizzonte. 
– T’è veniute u ‘nguleisce della Traneis?
– La fateich t ringriesce a taich ….
– Nan m rumpu u cazz!
Qualcuno sospirava, scansando la fatica, altri sognavano di andare lontano, eppure restavano.  Aggrappati alla vita di Paese. A inghiottire sospiri e mangiare cardi e asparagi. A volte, la malinconia che si conosce appare più rassicurante di una speranza di felicità, annidata in un altrove di luoghi nascosto nel cilindro del tempo».

Il racconto fa parte della raccolta di narrativa “Puglia Quante Storie” (I libri di Icaro), dieci racconti di altrettanti autori, selezionati da una giuria nell’ambito dell’omonimo concorso, giunto alle fasi finali, che è l’evoluzione di “Salento Quante Storie”, dedicato al territorio compreso tra Brindisi, Lecce e Taranto.
«La Puglia, le sue storie, le sue tradizioni, i suoi problemi e la sua gente sono gli argomenti narrati in questa raccolta, frutto di un concorso letterario che ha voluto mettere in evidenza le preziose testimonianze del «come siamo». Sono dieci piacevoli racconti che confermano «che scrivere, narrare, raccontarsi è ancora un positivo impegno di tanti uomini e donne che hanno voglia di cimentarsi in una tenzone letteraria che schiude l’ingresso al difficile mondo dell’editoria».

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