Attualità

LA CARITAS RUVO: “SEMPRE AL FIANCO DELLE FRAGILITA'”. L’ASSESSORA MONTARULI: “RISPETTARE LE FRAGILITA'”

Il video di “Fanpage.it” sulla storia di Cosima Abbinante è divenuto virale, trasformandosi in una gogna mediatica senza precedenti. Un video che da “analisi di una storia” diviene “tritacarne” per tutte le componenti della vicenda.

Senza distinzione di colpe, l’episodio in sè ferisce altre fragilità contemplate nella vicenda senza esclusione di colpi. Vite umane, innalzate sul patibolo dei giudizi approssimativi che male fanno anche e soprattutto a chi un futuro vuole costruirselo in maniera serena e forte.

La triste condizione della signora Cosima ha radici lontane, ma forse ampiamente risolvibili laddove ci sia la volontà di divenire componente attiva del processo di inclusione sociale, senza alcuna strumentalizzazione.

E’ il 12 ottobre 2017 quando la “Caritas Ruvo” l’accoglie a braccia aperte, malgrado la loro sede sia soluzione temporanea. E’ il 5 dicembre quando lo stesso ente ruvese si preoccupa in prima persona di trovare una sistemazione alla protagonista della vicenda. Chiama l’istituto “Madre Teresa” di Bari e consente alla stessa Cosima di raggiungere le suore in questione.

Noi non abbandoniamo nessuno“, specificano Maria Caputi e Raffaella Scarongella, responsabili della “Caritas Ruvo”. “Si trattava – proseguono – di un’ospitalità temporanea e d’emergenza. La nostra sede, non è un domicilio vero e proprio, ma nonostante questo l’abbiamo subito accolta. I nostri locali sono adibiti per il doposcuola e l’inclusione pomeridiana di bimbi e ragazzi. L’avere un ospite in un luogo non idoneo preclude il regolare svolgimento delle nostre attività. Ma non abbiamo abbandonato Cosima, anzi, costantemente siamo in contatto con le altre componenti della “rete solidale” per trovare una soluzione definitiva“. La Caritas Ruvo ha contattato le suore dell’istituto “Madre Teresa” di Bari e ha trovato questa soluzione, alla vigilia dell’arrivo delle tutor dalla Bielorussia come da tradizione.

Molto dispiaciuta per il clamore suscitato dalla vicenda è l’assessora ai servizi sociali, Monica Montaruli: “Vorrei che ci sia più rispetto nell’affrontare casi di fragilità. Vorrei che la gente non epsrimesse giudizi sommari o faccia processi alle intenzioni. Questi casi racchiudono in sè il lavoro di numerose componenti. E’ un qualcosa di molto scrupoloso che viene fatto, ma basta davvero poco per far saltare all’aria tutto. Dobbiamo ricordarci che parliamo di persone, di vite umane e serve rispetto“.

Evitare processi sommari e preventivi, perchè quello del sociale è un settore molto delicato all’interno del quale operano i servizi sociali, gli operatori, gli assistenti e gravitano storie molto delicate.

Ha beneficiato di piccoli interventi – prosegue l’assessora – di sostegno per spese mediche nel mese di dicembre, è in graduatoria per ricevere i cantieri di cittadinanza. L’impegno a supportarla non è mai terminato. La “rete solidale” si è sempre messa in moto per aiutarla e così continuerà a fare. Il fruitore di azioni sociali deve essere attivo e non passivo. Non abbiamo mai negato un intervento, nè mai lo faremo. In qualità di Assessora ai Servizi Sociali invito la nostra comunità a rimanere sensibile e solidale, sempre e a collaborare in modo costruttivo ai processi di aiuto che mettiamo in atto, basati sulla fiducia e sulla collaborazione. Facciamo attenzione a non ostacolarli invece, coinvolgendo incautamente anche familiari ingiustamente esposti ad una eccessiva visibilità mediatica che non contribuisce alla soluzione dei problemi veri. Il Comune interviene sempre e solo nel rispetto di questi principi. Lo faremo anche con il Progetto “CASA IN COMUNE”, che sarà avviato nei prossimi mesi e che rafforzerà il nostro impegno per far fronte all’emergenza abitativa che stiamo attraversando”.

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