Cultura

“Giornata Nazionale del Paesaggio” al Museo Jatta, storia e senso di identità sempre vivi

Una maggiore consapevolezza della simbiosi tra uomo e ambiente nelle sue molteplici sfaccettature è il fondamento della “Prima Giornata Nazionale del Paesaggio”, istituita dal Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, durante la quale ieri, 14 marzo 2017, le Soprintendenze “Archeologia, Belle Arti e Paesaggio” hanno accolto i cittadini con iniziative di sensibilizzazione e di riflessione sul tema, mentre i Musei del MiBACT hanno proposto ai visitatori convegni dedicati alle opere ivi conservate che raffigurano paesaggi ed elementi naturali.

A Ruvo di Puglia, il Museo Jatta ha aperto le porte di una piccola sala per ospitare il convegno “Pensieri ad alta voce: il territorio tra paesaggio, archeologia e architettura”, animato dai contributi del Prof. Andrea Montanaro, dell’architetto Mario Di Puppo e dell’architetto Alberto La Notte.

Un’entusiasta dottoressa Elena Silvana Saponaro, direttrice del Museo, ha dichiarato, all’inizio del convegno, che «è l’anno zero della Giornata Nazionale del Paesaggio e mi fa piacere che si svolga in questa sala, restaurata, che ospiterà convegni, incontri, giornate dedicate a diversi temi legati alla storia, all’arte di Ruvo di Puglia e non solo. Anzi, mi farebbe piacere accogliere suggerimenti, proposte in tal senso perché il Museo appartiene a tutti, è la casa di tutti».

L’Italia, ricordiamo, ha ratificato con la legge n. 14 del 9 gennaio 2006 la “Convenzione Europea del Paesaggio”, documento adottato dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell’Ambiente del Consiglio d’Europa il 19 luglio 2000, mentre la Puglia, con la delibera n. 176 del 16 febbraio 2015, ha approvato il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale che intende tutelare, valorizzare, recuperare e riqualificare i paesaggi di Puglia.

Alla natura locale, rappresentata nella quotidianità o mitizzata, incarnata negli alberi di palma, olivo, tralci di uva, pesci e raffigurata sui crateri, sui rytha, sulle anfore è stato dedicato l’intervento di Andrea Montanaro “Mito e Natura sui vasi apuli di Ruvo”. Gli alberi, le piante delimitano lo spazio scenico dell’evento rappresentato e alludono anche a una realtà superiore. Splendidi esempi sono le rappresentazioni su molti vasi, ritrovati a Ruvo di Puglia, conservati non solo nel piccolo Museo Jatta ma anche nei più importanti musei del mondo come il British Museum o il Museo Archeologico di Napoli.

L’intervento dell’architetto Mario Di Puppo, “Il ruolo del territorio nell’architettura storica ruvese”, offre interessanti spunti di approfondimento della storia urbanistica della città del Vaso di Talos. Innanzitutto, c’è una differenza tra paesaggio e territorio: quest’ultimo termine ha connotazioni politico-amministrative, mentre il paesaggio è più legato all’identità dei popoli che vivono in quella zona. Il territorio ruvese è ampio 220 kmq e ricade, per un terzo, nel Parco dell’Alta Murgia. Il primo nucleo abitativo di Ruvo di Puglia si forma nella “zona di Sant’Angelo”, su un’altura, seguendo un sistema di scorrimento. La città, poi, è attraversata da due “cardi” intersecantisi tra loro: la via Traiana, che parte da Piazza Matteotti e termina in Piazza Bovio e via Cattedrale. Su queste vie si innestano i palazzi nobiliari, le chiese e altre abitazioni. Di Puppo fa un excursus sui palazzi nobiliari Spada, Caputi e Rubini. Le fondamenta di Palazzo Spada, commissionato dalla Famiglia Rocca, si innestano sulle domus romane sottostanti che sorgevano lungo la via Traiana. Del Palazzo Spada sono state mostrate le  Allegorie della Felicità, della Giustizia, dell’Abbondanza, della Sapienza e della Fortuna, oltre il bassorilievo di Ercole che uccide il Centauro: opere che adornano il cortile del Palazzo e che urgono di importanti restauri. Come è fondamentale restaurare anche alcuni monumenti presenti nel Cimitero Cittadino.

Il viaggio immaginario di un giovane rampollo romano verso la Grecia è stato fatto in compagnia dell’architetto Alberto La Notte nel suo intervento “Il paesaggio archeologico della Via Appia-Traiana – Tipologie architettoniche greco-romane”. Partito dall’attuale Porta San Sebastiano di Roma, munito di un “itinerarium” «che corrisponde all’attuale Google Maps o Lonely Planet», il ragazzo si incammina alla volta del porto di Brindisi passando per Benevento, dove sorge l’arco di Traiano, da cui inizia l’omonima via che abbreviava il percorso da Benevento alla città pugliese. Lungo il cammino, il ragazzo incontra necropoli maestose, fori, basiliche dove si svolgeva la vita politica e templi che potevano accogliere solo statue. Si riposa nelle stazioni di sosta e si diverte a teatro e nell’anfiteatro. Molti monumenti, opere edili che il ragazzo vede, lungo quel percorso, sono giunti sino a noi (ponte romano sull’Ofanto). Poi arriva a Egnazia, del cui porto è rimasta parte delle possenti mura. Di lì si imbarca per la Grecia. Il racconto di La Notte è intenso, pare di vedere il ragazzo che viaggia, si diverte, consulta la sua mappa. In fondo, l’obiettivo di questa Giornata è proprio quello di creare una stretta interazione tra l’uomo e la sua storia,  parte integrante del paesaggio, la cui definizione è fluida, abbraccia passato, presente e futuro.

Di questo è convinta la dottoressa Saponaro quando, in conclusione, invita ad abbandonare le logiche di un hortus conclusus, ad avere una mentalità aperta, libera; esorta a vivere la storia che è specchio di quello che siamo e di quello che saremo. «Siamo europei. D’altronde il Progetto Rubi Antiqua, dal respiro internazionale, ne è un esempio».

Alla fine chiede ai tre relatori di salutare con un augurio. Montanaro promette che presto, a Ruvo di Puglia, si attuerà un progetto top secret, al momento, ma molto interessante. Di Puppo invita a una maggiore consapevolezza del nostro patrimonio storico e ad attivarsi per tutelarlo. La Notte, infine, invita a viaggiare e a vivere intensamente il proprio tempo e la propria storia passata.

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