Attualità

DAE, RuvoLab consegna il progetto al Comune. Rutigliani: «Orgogliosi del nostro operato»

La consegna al Comune di Ruvo di Puglia del progetto “DAE – Dritti al cuore senza fermate”, a cura dell’associazione culturale RuvoLab, ha suggellato, martedì scorso, la prima parte di un percorso virtuoso  e di supporto al welfare che dovrebbe condurre a dichiarare Ruvo di Puglia “Città cardioprotetta”.

È stata Mariatiziana Rutigliani, presidentessa dell’associazione, a consegnare al sindaco Pasquale Chieco  il progetto, redatto con il contributo tecnico dell’architetto Mariangela Ciliberti. Una consegna a cui seguirà la sottoscrizione di un Protocollo di intesa tra il Comune e RuvoLab  e che consentirà allo stesso Comune di essere accreditato presso la Regione Puglia al fine di  ottenere finanziamenti necessari alla installazione di ulteriori defibrillatori semiautomatici esterni e alla organizzazione di corsi di formazione per ottenere la qualifica di “esecutore BLS-D”, conferita dall’IRC e indispensabile per l’utilizzo del dispositivo.

Nella sala conferenze di Palazzo Caputi erano palpabili l’emozione e l’orgoglio di aver dato vita a un progetto necessario – soprattutto nel momento di grande incertezza attraversato dalla sanita pugliese -, lungimirante e di ampio respiro.

Visibilmente commossa e orgogliosa, Rutigliani ha parlato del primo risultato raggiunto, presentato in un filmato: l’installazione di quattro defibrillatori semiautomatici esterni  h24/7 in altrettante zone “sensibili” della città e dell’agro: Piazza Dante, Zona Industriale, stazione di Ruvo di Puglia e borgo di Calentano.

Ha raccontato dell’impegno di tutti i soci di RuvoLab che si sono dedicati al progetto con passione, condividendo  tempo, energie, le proprie competenze e i propri saperi per reperire i fondi necessari per l’avvio dello stesso (mercatini natalizi; spettacoli e altre attività). Infatti i costi del progetto sono stati, finora, a carico dell’associazione mentre il Comune di Ruvo di Puglia ha concesso il patrocinio morale.

All’impegno dei soci si  è affiancata, poi, la generosità di operatori economici e del terzo settore, come la Cantina di Ruvo di Puglia e la Nuovi Orizzonti onlus  i quali hanno consentito di implementare un progetto che se in partenza era di piccole proporzioni ha acquisito, in seguito, una maggiore complessità, come ricordato anche dall’assessora alla Cultura Monica Filograno che partecipò alla prima conferenza di presentazione del progetto il 18 novembre 2017. «Ringrazio calorosamente il dottor Riccardo Ravasio (direttore generale della Cantina, nda) – ha dichiarato Rutigliani –  il quale, spontaneamente, ha voluto contribuire al progetto, consentendo di acquisire un DAE. Auspico che la sensibilità dimostrata da una persona non ruvese possa essere espressa anche da altri. È importante che i progetti di tale portata siano supportati da una rete di operatori».

Di certo è una rete solida quella all’interno dell’associazione RuvoLab. Lo dimostra anche l’impegno e la professionalità dei quattro relatori dell’incontro che hanno illustrato l’iter legislativo, il progetto, le applicazioni tecniche e i contenuti dei corsi di formazione.

Benigno Prete ha inquadrato il progetto in un contesto normativo che parte dalla legge 102/2001 (formazione di personale laico all’uso dei DAE), passa per il Decreto del Ministero della Salute del 18 marzo 2011(diffusione dei DAE nei luoghi di maggiore affluenza); il Decreto Balduzzi (24/04/2013) che impone l’uso del DAE alle associazioni sportive e ovunque si pratichi sport e trova compimento nella “legge Mennea”, la n. 14 del 17 aprile 2017 che disciplina diffusione e utilizzo dei  DAE in Puglia. Non appena sarà siglato il Protocollo di Intesa tra  RuvoLab e il Comune di Ruvo di Puglia, sarà possibile accedere ai finanziamenti: per il 2018 sono stati previsti 300mila euro; importo che dovrebbe essere confermato anche nel 2019.

A Vito Lamonarca è spettato parlare del progetto «assimilabile al PUG per la sua importanza». Sono oltre 60mila le morti per infarto: di queste il 70% avviene fuori dagli ospedali e dinanzi a testimoni che spesso non sono in grado, per diversi fattori, di andare oltre la dovuta chiamata al 118. Per questo è necessario diffondere la cultura della formazione di primo soccorso tra i laici, dell’essere custodi della vita altrui. E’ stato fatto un censimento dei DAE a Ruvo di Puglia: quattro sono installati in altrettante strutture sportive; quattro in altrettante scuole; due – quelli presenti presso l’Hotel Pineta e il “Tedone”sono accreditati presso la Centrale Operativa del 118 per cui è importante compiere questa ulteriore operazione di accreditamento.

L’obiettivo, poi , è quello di aumentare il “parco DAE” con altri dispositivi da installare presso la Farmacia Ruvo; il Comando della Polizia Stradale (nei pressi del mercato); Zona Industriale e Artigianale; presso il Comando della Polizia Municipale; in Piazzetta Le Monache;, in Pineta Comunale e in Piazza Bovio essendo zone ad alto tasso di concentrazione di persone, cittadini e turisti.

Per quanto concerne la gestione, è fondamentale individuare il gestore responsabile del Progetto; fare manutenzione e verifica dei DAE; monitorare e sorvegliare gli stessi per impedire atti di vandalismo; registrare tutti i  DAE presso la Centrale Operativa del 118; dare ampia pubblicità ai corsi di formazione attraverso campagne di sensibilizzazione. Lamonarca ricorda che è possibile accedere ai finanziamenti regionali attraverso il  bando “A scuola di primo soccorso” e tramite l’AReSS.

Giovanni Caldarola si è dedicato alla ricerca di applicazioni gratuite e facilmente accessibili e ha trovato “daedove” (www.daedove.it), con cui si  sono mappati i quattro DAE e quelli precedentemente installati da altre associazioni.

L’app fornisce «all’utente una mappa dei defibrillatori semiautomatici esterni presenti sul territorio nazionale. Ogni defibrillatore segnalato sulla mappa è supportato da informazioni quali l’indirizzo di ubicazione dello stesso, il recapito telefonico del proprietario, gli orari di disponibilità dell’apparecchiatura».

Vittoria Lauciello, medico e consulente IRC e quindi abilitata a formare esecutori BLS-D, ha spiegato i contenuti dei corsi che vanno dall’insegnamento della prevenzione primaria e secondaria con il riconoscimento dell’arresto cardiaco; della RCP precoce sino alla BSL-D, aggiungendo che è obbligo morale dei cittadini formarsi e informarsi. Agli ottanta che hanno partecipato ai primi corsi di formazione si auspica possano seguire altri. Si deve diffondere la cultura dell’aiuto e della solidarietà che si esprime anche col prendere in carico le vite altrui, partendo, in caso di emergenza, dalla semplice chiamata al 118 sino alla capacità di usare il DAE, previa obbligatoria formazione che va dalla RCP sino alla BSL-D.  Lauciello ha notato, con amarezza, come a Ruvo di Puglia ci sia molta reticenza nell’accostarsi a questi corsi di fondamentale importanza perché si ha il timore di sbagliare manovra, di peggiorare la situazione e di essere denunciati. di sbagliare qualcosa, di peggiorare e di essere denunciati. Ma è una paura infondata perché, anche se non si hanno le competenze per offrire soccorso, è sufficiente chiamare il 118, eseguire le istruzioni dell’operatore sino all’arrivo dell’ambulanza.  Lauciello ha anche spiegato alcuni dettagli tecnici del DAE, strumento di eccellenza, con quasi nulli margini di errore e da utilizzare sempre: esso prevale, infatti, su tutte le altre manovre salvavita.

Al suo intervento si è aggiunto quello del dottor Gaetano Dipietro, direttore responsabile della centrale operativa 118 di Bari che ha lodato il progetto e, pur considerando valida l’app “daedove”, ritiene altrettanto fondamentale la formazione.

Le parole conclusive sono state affidate a Rutigliani che ha auspicato un rafforzamento della collaborazione con l’Amministrazione attraverso l’approvazione di delibere di acquisizione pubblica dei DAE precedentemente installati e la stipulazione del Protocollo di Intesa. Impegno assunto dal sindaco Chieco che ha lodato il progetto e ha auspicato una collaborazione con la rete “Ruvo Solidale” proprio  per amplificare la portata del progetto.

 

 

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