Cultura

“Circuiti”, l’EP di Rosita Brucoli: colori, suoni e parole

La freschezza, la profondità e le contraddizioni dei Millennials e della Generazione Z negli occhi, dalle pupille diversamente dilatate, della ragazza disegnata da gommapane sulla copertina di “Circuiti”, l’Ep di Rosita Brucoli, da oggi su Youtube e Deezer.

Quattro tracce a cui corrispondono altrettanti colori: i primari – rosso, giallo, blu – dalla cui fusione nasce il grigio. Quattro tracce, quattro colori, quattro espressioni dell’essenza di Rosita.

«Alla canzone “Decidersi” – racconta Rosita – corrisponde il giallo, il colore della determinazione, della capacità di reagire grazie alla forza interiore. “Quello che sono” è blu e fa vivere all’ascoltatore un pizzico di nostalgia e di tristezza. “Semplicemente” esprime la naturalezza della passione e della follia racchiuse nel rosso mentre il grigio, che dà la sensazione che qualcosa manchi nel profondo, è il colore di “Un po’di te in me”».

Questo legame tra colori e musica, in fondo, non è inconsueto: nel 1911 la studiosa russa Sacharjin-Unkowskij inventò un metodo speciale per “trascrivere la musica dei colori della natura” e quindi tutto il creato, tutto quello che ci circonda e per “vedere cromaticamente i suoni e udire musicalmente i colori”. Rosita percepisce, vede, sente e trascrive in musica e parole la realtà che la circonda, i sentimenti, i dubbi, con i loro colori.

«La ragazza ha uno sguardo fisso – prosegue la cantautrice -, quasi ipnotizzato; negli occhi, i quattro colori che avvolgono la pupilla rappresentano la luce, la forza interiore. Dalla testa fuoriescono, invece, dei cavi elettrici sradicati a causa di circuiti fuori uso». Il mondo interiore, quindi, come un sistema formato da tanti piccoli circuiti che possono non funzionare quando la Vita è troppo impetuosa. E avviene che i cavi elettrici si rompano e fuoriescano dalla testa, facendoci sentire “interrotti”.

E Rosita esprime bene questa “interruzione” con voce fresca e potente che si libra tra echi etno e rock.

La copertina è stata realizzata da Serena Brattoli, “gommapane”, «un’artista molto talentuosa della zona che ha saputo realizzare perfettamente l’idea che avevo in testa».

Rosita tra Michele Gallo (a sinistra) e Giuseppe Tarricone (a destra)

Alla realizzazione dell’EP hanno collaborato  il chitarrista Giuseppe Tarricone, il batterista Michele Gallo, il polistrumentista Oscar Larizza e il sassofonista Max Zaza. La parte video e immagini è a cura di Martina di Vittorio, «un pilastro all’interno dell’organizzazione». L’EP è stato realizzato, presso “Retroguardie Produzioni” di Oscar Larizza, grazie alla vittoria del contest “E cantava le canzoni”, organizzato dall’Arci di Valenzano nell’estate scorsa.

Penso alla ragazza dallo sguardo strano, un po’ perso: si potranno riaggiustare i cavi? Può darsi. Dipende da noi e dalla capacità di ri-entrare in fusione con l’essenza del mondo, con i suoi colori e la sua musica. E noi siamo musica.

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