Sport

BE BOARD RUVO, PORTE CHIUSE PER DUE TURNI, AMMENDA E 6-0 A TAVOLINO

6-0 a tavolino avverso, due turni interni da disputare a porte chiuse e € 2.500 di ammenda. E’ questo il responso decretato nella giornata odierna dal Giudice Sportivo.

Sono le decisioni adottate dal Giudice Sportivo, nella persona del dott. Renato Giuffreda, assistito dal rappresentante A.I.A. Sig. Giuseppe Mannatrizio nella seduta del 06/11/2018, in seguito ai tristi e spiacevoli episodi che si sono verificati nel pomeriggio di sabato, durante la partita della Futsal Ruvo contro il Real Matera

Il giudice sportivo, esaminati gli atti ufficiali rileva che la gara in oggetto è stata definitivamente sospesa dall’arbitro al minuto 15,12 del secondo tempo, allorquando i sostenitori locali contestavano l’operato del secondo arbitro. In tale circostanza, uno di detti sostenitori sporgendosi dalla tribuna prospiciente il terreno di gioco si avventava sul secondo arbitro colpendolo con un violento schiaffo sulla spalla che gli procurava momentaneo dolore. Nel contempo gli rivolgeva frasi offensive e gravemente minacciose che lo intimorivano. A seguito di ciò l’arbitro informava dell’accaduto il primo arbitro, il quale, al fine di tranquillizzare la situazione provvedeva ad invertire la sua posizione sulla fascia laterale con quella del collega. L’accorgimento tuttavia non sortiva alcun effetto in quanto non appena fischiata la ripresa del gioco il facinoroso di cui sopra afferrava alle spalle il direttore di gara cercando di catapultarlo all’esterno del terreno di gioco stringendogli con veemenza un braccio, procurandogli forte dolore e rivolgendogli ulteriori frasi offensive e minacciose. Solo grazie all’intervento di due di due sostenitori locali l’energumeno desisteva da detta condotta permettendo all’arbitro di decretare la fine dell’incontro. Mentre la terna si apprestava a fare rientro negli spogliatoi il medesimo sostenitore teneva un ulteriore condotta minacciosa prima di essere definitivamente bloccato dai due sostenitori innanzi citati. Al rientro negli spogliatoi gli arbitri a seguito della sospensione decretata erano fatti oggetto di pesanti ingiurie e minacce rivolte loro dal custode dell’impianto e dal fotografo della società. Per motivi precauzionali l’arbitro richiedeva tramite il telefono l’intervento della forza pubblica  che sopraggiunta consentiva ai direttori di gara di abbandonare l’impianto tranquillamente scortandoli per circa trenta KM“.

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